Io credo fortemente che un bimbo di per se non possa essere
cattivo,
non possa essere maleducato o restio a compiere il proprio dovere, ma è
l’ambiente che lo circonda che alcune volte lo plasma in modo errato.
Quando un
neonato viene alla luce è come un foglio bianco,
immacolato, sta ai genitori, agli educatori, far sì che questo foglio
bianco si riempia di buone nozioni, di insegnamenti profondi e che il
piccolo non cresca solo dal punto di vista fisico ma anche sul piano
educativo ed emozionale. Capita sovente di incontrare sul nostro cammino
bimbi che appaiono spaesati, incapaci di rispettare le regole, restii a
portare rispetto ai grandi, insofferenti
se vengono privati di qualcosa, come possiamo interagire con loro senza
bollarli con l’epiteto di “bimbo cattivo”, senza arrivare a
considerarli casi irrecuperabili?Il primo passo da compiere è capire che dietro l
’errore di un bimbo,
dietro una sua mancanza, ci sta l’errore di un adulto che, più o meno
consapevolmente, non è riuscito fino in fondo a svolgere il proprio
ruolo. Bimbi
maneschi, che dicono parolacce, che si permettono di
rovinare ciò che non è loro, spesso hanno genitori che si comportano
nel medesimo modo, se non peggio. Muovere una critica ad un bimbo
significa muoverla a chi dovrebbe accudirlo, proprio per questo è
difficile che un genitore, un nonno, possano accettare rimproveri
rivolti al loro piccolino, si sentirebbero messi in discussione.
Dovremmo quindi rinunciare? Accettare che i nostri figli vengano
malmenati, spinti o insultati da qualche piccolo bulletto?No,
ovviamente, serve semplicemente un pizzico di
diplomazia, per far
capire a bimbi ed adulti ciò che non è concesso fare, almeno quando si
sta a contatto con gli altri.Quali sono le situazioni dove si manifesta
maggiormente la
maleducazione? Il bimbo senza regole lo si
riconosce subito, in particolare quando lo si vede interagire con i suoi
coetanei. Bimbi che spingono, tolgono di mano i giochi ai compagni
senza chiederli in prestito, bimbi che rompono i disegni degli altri o
che vogliono sempre stare al centro dell’attenzione. Questi
comportamenti possono manifestarsi al nido, al parco, alla scuola
dell’infanzia, e se sono scusabili in un esserino di pochi anni,
diventano assolutamente inaccettabili quando il bimbo inizia le scuole
elementari e presenta
capacità di giudizio. L’essere piccoli non impedisce di capire, se l’educatore dice “No” ,
così dev’essere, se viene impartita una regola di gruppo, tale deve
essere, anche se nostro figlio cerca di corromperci, ci tiene il muso o
inizia con i capricci. Se cediamo oggi per una sciocchezza, cederemo
anche domani quando le richieste saranno più grandi.
Cosa può fare un genitore? Il genitore dovrebbe smettere di
giustificare sempre
i comportamenti dei propri figli, è assurdo che gesti sbagliati siano
classificati come “monellerie” e quindi accantonati, un bimbo necessita
di avere regole, di avere un buon esempio da seguire. Dobbiamo essere
noi, ogni giorno a comportarci bene, ad essere persone oneste, saggie,
saranno poi i nostri piccoli ad imitarci. Che senso avrebbe dire a
nostro figlio “non si dicono le parolacce” quando noi
bestemmiamo dalla
mattina alla sera? Che senso avrebbe dire ad un bimbo “gioca con tutti,
indipendentemente dal colore della pelle, dai vestiti che indossano,
dalle cose che possiedono” se noi siamo i primi a trattare con disprezzo
una persona solo perché non è nostra connazionale, solo perché non gira
con la macchina di lusso o non veste firmato? I nostri figli crescendo
ci prenderanno a
modello ed un domani, quando loro saranno gradi
potranno amarci o “disprezzarci”, vorranno assomigliare a noi o essere
il nostro totale opposto proprio in virtù di ciò che noi gli avremo
trasmesso. Quando un insegnante, una catechista, un’animatrice, un
allenatore, il pediatra si permettono di fare una critica verso nostro
figlio ,
oppure ci comunicano che il piccolo “oggi non si è comportato bene”,
oppure “non si impegna abbastanza” non cerchiamo sempre di giustificare
ogni loro sbaglio, ammettiamo che sì, l’errore ci può essere stato, così
come una mancanza di impegno, uno scatto d’ira, ma si può sempre
rimediare. Mostriamo ai nostri bambini cosa voglia dire lavorare, darsi
da fare per realizzare i propri sogni. Se una docente ci fa notare che
il nostro bimbo avrebbe bisogno di
terapia logopedica, oppure di
un dietologo o di un’educazione più severa, cerchiamo di non attaccare
chi ci sta davanti, pensando che abbia preso di mira il nostro
piccolino. Sforziamoci di essere oggettivi nei nostri giudizi e riflettiamo su ciò che ci viene proposto. Quando impartiamo una
regola a nostro figlio cerchiamo di
motivarla,
di far capire al bimbo come mai una determinata azione non si può
compiere, come mai abbiamo detto di “no”, in modo che egli, anche se
piccolo, possa capire cosa sta dietro agli insegnamenti dei genitori. Se
vediamo che i nostri figli litigano con altri bambini, o che diventano
vittime di piccoli bulletti,
siamo tenuti ad intervenire, perché è vero che in alcuni casi “è meglio
se i piccoli se la sbrigano da soli”, ma noi genitori dobbiamo rimanere
vigili, controllare che nessuno faccia del male ai nostri cuccioli,
dobbiamo seguirli quando escono con noi, mentre sono al parco, oppure
al
centro commerciale; se notiamo comportamenti sbagliati da
parte di altri bimbi, è giusto far presente ai loro genitori ciò che sta
accadendo. Non significa essere impiccioni, ma essere coerenti con ciò
in cui si crede, se vediamo un ragazzino che cerca di rompere un gioco
al parchetto, che ama stracciare i libri della biblioteca o che si
diverte a correre in bicicletta in luoghi dove è vietato possiamo alzare
la voce e pretendere che qualcuno intervenga. Un bambino impara ed
imita da chi ha accanto, perciò se qualcosa in nostro figlio non ci
aggrada, se alcuni dei suoi modi di fare non ci piacciono, proviamo a
vedere se siamo noi, magari inconsapevolmente, ad averglieli ispirati.